TAC Cone Beam

La TAC Cone Beam (CBCT) rappresenta sicuramente un’importante innovazione nel campo dei sistemi di acquisizione tomografici e delle ricostruzioni volumetriche. Inizialmente applicata in angiografia e in radioterapia, la tecnologia Cone Beam CT ha trovato negli anni recenti un forte sviluppo in ambito odontoiatrico. Specialmente con la messa a punto di software specifici per la ricostruzione 3D e hardware in grado di gestire la mole di dati da elaborare, ha permesso una riduzione dei costi di acquisto delle apparecchiature e una conseguente maggiore diffusione. La CBCT applicata al campo dentale ha dato il via a dei sistemi dedicati, avendo come risultato un’aumentata qualità dell’imaging con una notevole riduzione della dose di radiazioni data al paziente, tale da poterla usare anche nei bambini con particolari patologie. Infatti, la Cone Beam, a confronto delle TC più moderne, presenta dosi da 3 a 10 volte inferiori a parità di volume irradiato. Il sistema CBCT permette la creazione di immagini su tutti i piani nello spazio (assiale, coronale, sagittale, obliquo) o addirittura ricostruzioni seguendo una linea curva attraverso un processo denominato “Multi Planar Reconstruction” (MPR). Gli apparecchi radiologici Cone Beam emettono fasci di raggi X che hanno la forma conica, anziché a ventaglio come gli apparecchi usati per la tomografia computerizzata convenzionale (CT o MSCT). L’esposizione è a radiazioni pulsate e permette di acquisire le immagini base con un’unica rotazione per tutto il FOV (field of view) selezionato. Successivamente, è possibile tramite software elaborare i dati acquisiti trasformandoli in un unico volume il cui elemento essenziale è il voxel (pixel 3D). Più piccolo è il voxel più è definita l’immagine Cone Beam. Da questo volume si possono ricalcolare tutte le immagini volute con l’orientamento a scelta senza distorsioni; i voxel, infatti, sono isotropici (di ugual misura nelle tre dimensioni dello spazio).

L’acquisizione volumetrica, rispetto a un’acquisizione radiologica convenzionale piana, permette di avere un’infinita quantità d’informazioni, in virtù del fatto che viene ottenuto il volume virtuale della parte anatomica da esaminare. Grazie a questa possibilità, l’odontoiatra, l’ortodontista, l’otorino-laringoiatra, il chirurgo orale, il chirurgo maxillo-facciale e ogni altro specialista che lavora in ambito cranio-facciale, ha la possibilità di poter interagire in modo virtuale con le parti anatomiche interessate per poter trarre tutte le informazioni necessarie per la diagnosi e la pianificazione del trattamento.

Per tali ragioni ormai si è dimostrato che è un esame insostituibile nella programmazione d’interventi di avulsione di elementi dentari inclusi sia nell’adulto che in età pediatrica. In implantologia, permette di valutare qualità e quantità di osso disponibile e prevedere possibili cause di insuccesso.